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Lepisosteus osseus
Luccio nasone,
Luccio dal becco
pH | Durezza Totale | Temperatura | Dimensioni |
---|---|---|---|
7.0 | 10° – 15° dGH | 12° – 20°C | 180cm |
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Il luccio dal becco misura una lunghezza di 60 – 182 cm e pesa 0,5 – 3,5 kg; Può raggiungere in rari casi la lunghezza record di 2 m. Vive in media 17 – 20 anni. Il muso è allungato in un becco sottile munito di numerosi denti ben sviluppati. Il corpo, lungo e cilindrico, è ricoperto da scaglie ganoidi a forma di diamante. L’intero corpo è attraversato da una lunga striscia nera.
Durante i mesi estivi, quando il contenuto in ossigeno dell’acqua subisce una forte riduzione, il pesce dal becco è costretto a rifornirsi di aria direttamente dall’atmosfera: di quando in quando (nei corsi d’acqua particolarmente carenti di ossigeno anche 6 volte in 10 minuti), risale quindi in superficie e, giratosi leggermente di lato, espelle una grande bolla d’aria che fuoriesce gorgogliando dalle aperture branchiali. Tenendo le mascelle ampiamente sporgenti dall’acqua e la bocca leggermente aperta, inghiotte una forte quantità d’aria atmosferica, accumulandola nella vescica natatoria che ha le pareti riccamente vascolarizzate ed è suddivisa in piccole celle (alveoli). Al sopraggiungere della stagione fredda, in ottobre, questi Lepisosteidi si spostano nelle zone più profonde dei corsi d’acqua, ove rimarranno fino ad aprile immersi in una sorta di letargo: quasi completamente immobili giacciono allora sul fondo senza assumere più cibo né portarsi in superficie per respirare.
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Comportamento
Oltre che il più diffuso, il pesce dal becco è anche il rappresentante della famiglia più noto negli Stati Uniti ed è quindi la specie di cui si conoscono meglio e più dettagliatamente le abitudini.
Come gli altri Lepisosteidi, è un animale che ama vivere solitario, preferibilmente nei corsi d’acqua tranquilli e poco profondi, con ampia disponibilità di nascondigli: nel folto dei canneti, tra la vegetazione o sotto tronchi d’albero sommersi, resta infatti immobile in agguato delle prede, senza dare altro segno di vita all’infuori dei lenti movimenti delle pinne pettorali. Con i grandi occhi scruta attentamente all’intorno e, non appena ha adocchiato una preda, comincia ad avvicinarsi con circospezione, agitando silenziosamente le pinne pettorali e l’estremità della coda, fino a portarsi con il becco all’altezza della vittima; allora, esattamente come un caimano o un coccodrillo, spalanca la bocca e, con un rapido movimento laterale del capo, afferra la preda con i denti aguzzi. Questa viene poi girata e ruotata fino a trovarsi in posizione parallela alle mascelle e quindi inghiottita in un solo boccone. Essendo il palato estremamente elastico, gli archi mascellari possono allargarsi ampiamente, il che permette al pesce dal becco di inghiottire anche prede di grandi dimensioni; in questi casi la parte inferiore del capo assomiglia al sacco giugulare di un pellicano che abbia appena inghiottito un pesce.
Allevamento
Date le sue dimensioni, questo pesce raramente viene allevato in acquario.
Trattandosi di un pesce molto vorace se ne consiglia l’allevamento in vasche dedicate di litratura molto importante (sopra i 600litri netti). Ama appostarsi tra la vegetazione e tendere agguati alle proprie prede, quindi una piantumazione abbondante con piante tipo la Vallisneria gigantea, sarebbe la soluzione ideale per questo pesce. Non disdegna giunchi e canneti e spazi liberi per il nuoto e la caccia.
Sinonimi
Esox osseus,
Esox viridis,
Lepisosteus bison,
Lepisosteus clintonii,
Lepisosteus gavialis,
Lepisosteus gracilis,
Lepisosteus huronensis,
Lepisosteus leptorhynchus,
Lepisosteus lineatus,
Lepisosteus longirostris,
Lepisosteus loricatus,
Lepisosteus oxyurus,
Lepisosteus oratius,
Lepisosteus semiradiatus,
Lepisosteus treculii,
Macrognathus loricatus,
Sarchirus argenteus,
Sarchirus vittatus.
Abitudini alimentari
Il Lepisosteus osseus si nutre esclusivamente di pesci e lombrichi. Gli individui più giovani si nutrono inoltre di scarafaggi ed altri insetti.
Riproduzione
Non si hanno notizie di riproduzione in acquario per questa specie.
In natura, nel periodo che va da Marzo a Maggio, i pesci dal becco abbandonano le loro dimore invernali per portarsi lungo le rive, in punti poco profondi e possibilmente ricchi di vegetazione, ove verranno deposte le uova. Dopo un cerimoniale amoroso particolarmente turbolento la femmina, che è in genere accompagnata da vari maschi, espelle in diverse fasi successive le uova verdognole, grandi all’incirca 3 mm e ricoperte di una sostanza molto appiccicosa, che vengono fecondate dai maschi e quindi si fissano al fondo e alle piante acquatiche. Dopo un periodo variabile, a seconda della temperatura dell’acqua, dai 10 ai 14 giorni, i gusci si schiudono lasciando uscire i piccoli che, non avendo la benché minima somiglianza con i genitori, vengono definiti «larve». Lunghi all’incirca 7 mm, sono dotati di un grande sacco vitellino, che ostacola loro i movimenti, e recano anteriormente alla bocca una ventosa munita di numerose piccole verruche, con l’ausilio della quale si tengono fissati alle piante finché non hanno consumato quasi tutto il sacco; inoltre sono privi di branchie esterne. Completamente lasciate a sé stesse, in quanto i genitori non si curano affatto di loro, le larve raggiungono dopo una settimana, durante la quale hanno assorbito parte del sacco vitellino, la lunghezza di circa 9 mm; al contempo, la mandibola si allunga in forma di proboscide, mentre la colonna vertebrale si estende, come un filamento, sopra la pinna caudale. Circa 14 giorni dopo l’uscita dall’uovo, il piccolo pesce dal becco è già in grado di nuotare liberamente e ha assunto un aspetto del tutto simile a quello dei genitori.
Distribuzione
Nord America; Regione dei Grandi Laghi, e nei fiumi dal Vermont proseguendo a sud sino al Rio Grande del Norte.